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In occasione della Giornata mondiale della prevenzione contro il suicidio, cerchiamo di capire se anche gli animali si suicidano e le possibili ragioni dietro questi comportamenti.
Il suicidio è un atto volontario con il quale ci si priva della propria vita. Atto estremo che coinvolge molteplici fattori, tra cui la salute mentale, lo stress, la genetica e l’ambiente è un tema estremamente complesso e delicato.
Le balene sono mammiferi marini noti per la loro intelligenza e complessità emotiva. Alcuni casi di suicidio tra le balene sono stati documentati, in particolare il fenomeno del “beaching” – spiaggiamento. Questo si verifica quando una balena si avvicina troppo alla riva e si arena intenzionalmente. Le ragioni esatte dietro questo comportamento non sono ancora del tutto comprese, ma si ritiene che fattori come malattie, parassiti o disorientamento possano contribuire a questo comportamento autodistruttivo.
È credenza comune che i lemming, piccoli roditori artici, commettano un suicidio di massa durante le migrazioni. Tuttavia questa opinione popolare non ha nessun fondamento scientifico. Animali solitari, si incontrano in natura soltanto per accoppiarsi e come tutti i roditori hanno un alto tasso di riproduzione tanto che le popolazioni, in condizioni favorevoli, possono esplodere numericamente. Così, quando migrano sono spesso in gruppi molto numerosi, e di conseguenza molti di loro muoiono per cause accidentali oppure per la pressione degli altri individui che può causarne la caduta in corsi d’acqua, dirupi, ecc. Più che suicidi si potrebbe dire che sono distratti.
Un cane, come un gatto o un coniglio, non è in grado di pensare il suicidio in quanto tale ma è vero che può decidere che vivere non gli interessa più. Può succedere infatti che gli animali domestici possano manifestare comportamenti suicidi o autolesionistici come ad esempio smettere di mangiare e/o bere.
Questo può succedere quando ci sono cambiamenti ambientali repentini e traumatici come la morte improvvisa del padrone e il crescente senso di abbandono. La depressione negli animali dovrebbe essere trattata, così come viene trattata quelle nelle persone anche se non con gli stessi metodi, ovviamente.
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