Il fascino dei gatti nell’antico Egitto e il loro ruolo divino

Scopri come i gatti erano venerati e considerati sacri nell'antico Egitto.

Il culto dei gatti nell’antico Egitto

I gatti, animali affascinanti e misteriosi, hanno ricoperto un ruolo di grande importanza nell’antico Egitto. Venerati come divinità, questi felini erano considerati manifestazioni terrene di poteri superiori. La dea Bastet, rappresentata come una donna con testa di gatto, era la divinità principale associata a questi animali. La sua venerazione era così profonda che i gatti venivano mummificati e sepolti con onori, testimoniando il loro status sacro.

Il legame tra gatti e divinità

Nel contesto religioso egizio, i gatti non erano solo animali domestici, ma simboli di protezione e fertilità. La loro presenza nelle case era considerata un segno di buona fortuna. Inoltre, i gatti erano abili cacciatori di roditori, contribuendo così alla salute delle scorte alimentari. Questo duplice ruolo, sia come protettori che come cacciatori, ha consolidato la loro posizione nella società egizia, rendendoli oggetti di venerazione e rispetto.

Le mummie di animali e il Mummy Project

Il Mummy Project, un’iniziativa di ricerca dedicata allo studio delle mummie, ha rivelato informazioni preziose sulla vita degli animali nell’antico Egitto. Attraverso tecniche avanzate come la tomografia assiale computerizzata (TAC), i ricercatori stanno scoprendo i segreti delle mummie di gatti e altri animali sacri. Questi studi non solo offrono uno sguardo sulla vita quotidiana degli egizi, ma anche sulle pratiche religiose e culturali che circondavano il culto degli animali.

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